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Roma, 10 aprile 2002
IL PARLAMENTO DISCUTE SUL RIENTRO DEI SAVOIA IN ITALIA
Proposta di legge costituzionale: XIII disposizione transitoria e finale
della Costituzione (A.C. 2288) e abbinate
(Seguito della discussione e approvazione)
Intervento di Marco Boato per dichiarazione di voto
Resoconto stenografico della Seduta n. 128 del 10/4/2002

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, ho già ricordato nel mio intervento sul complesso degli emendamenti che il testo che ci accingiamo a votare e a favore del quale voterò riproduce sostanzialmente la proposta che nella scorsa legislatura il Governo, allora rappresentato dal sottosegretario professor Ernesto Bettinelli esponente dei Verdi all'interno dell'esecutivo, aveva prospettato a quest'Assemblea. Tale proposta prevedeva non l'abrogazione del primo e secondo comma della XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione riguardante i Savoia ma, anzi, la conferma nella Costituzione di questa disposizione e la cessazione della sua efficacia a partire da una data che andava determinata già nella scorsa legislatura.

All'inizio di questa legislatura, con una proposta di legge costituzionale, ho riproposto il testo a favore del quale in quest'aula nella scorsa legislatura votammo a grandissima maggioranza. Si tratta di un testo che proponeva di inserire nella XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione un comma aggiuntivo che ne prevedesse la cessazione dell'efficacia. A tal proposito, avevo anche proposto - come ho già ricordato - la data del 2 giugno 2002. Infatti, il 2 giugno ricorre la festa della Repubblica e l'anniversario del referendum istituzionale con cui la maggioranza dei cittadini, donne e uomini, per la prima volta, nel 1946, decretarono la fine della monarchia nel nostro paese e l'introduzione del regime repubblicano che, dal primo gennaio del 1948, ossia dall'entrata in vigore della Costituzione, è consacrato nell'ultimo articolo della Costituzione, l'articolo 139, che recita che la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.

Ho già detto - e lo ripeto in questa circostanza conclusiva - che, se fossero state presentate in quest'aula le proposte di legge che prevedevano, tutte eccetto una, l'abrogazione dei due primi commi della XIII disposizione, avrei votato contro tale abrogazione. Infatti, è giusto che quei due commi rimangano in Costituzione a perenne memento delle responsabilità storiche della monarchia dei Savoia nelle vicende che hanno riguardato l'avvento al potere del fascismo, la costruzione dello Stato totalitario e la soppressione di tutte le libertà democratiche nel nostro paese, le infami leggi razziali contro gli ebrei del 1938, l'entrata nella seconda guerra mondiale nel 1940 dell'Italia a fianco dei nazisti, la fuga dei Savoia dopo l'8 settembre e la dissoluzione dello Stato. Tali responsabilità dei Savoia rimangono perennemente scolpite nella storia del nostro paese, nella coscienza dei nostri cittadini e non possono venir cancellate in alcun modo.

Noi, oggi, compiamo un atto di maturità democratica, di responsabilità costituzionale, di responsabilità repubblicana nel momento in cui, a 54 anni dall'entrata in vigore della Costituzione, ed a 56 anni dal referendum istituzionale, decidiamo che il primo ed il secondo comma della XIII disposizione finale della Costituzione esauriscano i loro effetti dal giorno dell'entrata in vigore della presente legge costituzionale.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI (ore 11,55)

MARCO BOATO. È bene che questa decisione la assuma il Parlamento repubblicano e che non ci venga, eventualmente, imposta dall'esterno dalla Corte di giustizia europea, come altrimenti sarebbe possibile. È bene che compiamo questo atto di responsabilità democratica. Ciò non soltanto non attenua - ripeto - il giudizio pesantemente negativo sulle responsabilità storiche dei Savoia in tutta la vicenda riguardante l'avvento al potere del fascismo conclusasi con la dissoluzione dello Stato dopo l'8 settembre, ma, semmai, sottolinea la forza della nostra democrazia, la forza della nostra Repubblica, la consapevolezza che i cittadini italiani nulla hanno da temere, oggi, da questa decisione che responsabilmente assumiamo (Applausi del deputato Saponara).

 

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